STUDIO LENZI & ASSOCIATI

Project: Residential refurbishment
Restauro e ristrutturazione antico edificio residenziale
Location: Via Vignola dei Conti – Savigno (Bo)
Client: A.R.

Role: Architecture, Engineering, Work Management
Date: Design 2010-2012 – Building 2012-2014
Construction cost: 800.000,00 €

 

Dalla relazione storica
La zona prende nome dai Conti di Panico, una famiglia che, nel Medioevo, possedeva alcuni castelli e case fortificate ed ampie zone coltivate e boschi in diverse località. I Conti erano sempre in conflitto con l’antico comune di Bologna.
L’edificio chiamato Ca’ d’Anino risulta composto di più corpi di fabbrica sorti in epoche diverse, attestati ad una torre colombaia: una casa tipica del primo appennino: Il nucleo aveva richiamato l’attenzione di Luigi Fantini nelle sue peregrinazioni attorno al 1940, un’attività del tutto spontanea che anticipò di parecchi anni i censimenti dei beni culturali compiuti nel territorio. L’appassionato lavoro di documentazione trovò un sistematico ordinamento nei due volumi “Antichi edifici della montagna”, editi nel 1971 a cura della Cassa di Risparmio in Bologna. Per Ca’ d’Anino vi sono alcune foto, scattate il 15 agosto del 1940, che mostrano l’edificio nello stato pressoché identico ad oggi, a parte alcuni dettagli non trascurabili che denunciano un degrado avanzato della pietra e delle strutture.
Un altro elemento che caratterizzava la casa era una scritta, una data, 1576 adì 20 di settembre, intagliata sulle pietre in arenaria dell’arco di una porta, oggi tamponata.

Nella didascalia della foto nel volume di Fantini è precisato che la scritta si trovava nel portale a tutto sesto della torre.
Nella scheda di censimento redatta dal Comune di Savigno (scheda n.8) è annotato che “l’edificio presenta le caratteristiche di bene culturale”. Le modalità di intervento saranno quindi aderenti ai criteri di restauro e di ripristino richieste per queste tipologie di edifici.
Sotto il profilo della conservazione delle caratteristiche tipologiche vanno segnalate le diverse situazioni nel tempo che hanno comportato modifiche nel nucleo con incrementi e progressive alterazioni o cambi d’uso dei vani interni in relazione alle mutate esigenze funzionali dei residenti.
Il nucleo nasce come edificio rurale con torre colombaia, tipico di assetti consolidatesi nella seconda metà del secolo diciassettesimo, con tutta probabilità in un sito già occupato da costruzioni più modeste. Il nucleo originario ha subito incrementi per aggregazione mai completati. A testimonianza di ciò restano le immorsature in conci di pietra a sporgere visibili nella facciata nord dove si presenta un salto nel fronte: la prevista sopraelevazione totale dell’edificio attorno alla torre colombaia non avvenne mai. Il forte dislivello fra i fronti nord e sud portò a creare due possibilità di accesso alle zone abitative con distinte porte. Il portale ad arco (che recava la scritta scolpita) immetteva direttamente al livello inferiore della torre mentre la porta con arco del fronte nord portava al livello superiore: Viste le caratteristiche di una appena accennata decorazione, lo strombo all’esterno e la lunetta con chiave d’arco e peducci di imposta si può ipotizzare che la porta (primi anni dell’Ottocento ?) dovesse dare l’ accesso alla abitazione mai completata in elevazione. E’ di questi anni forse il tamponamento della porta ad arco del livello inferiore, relegando così a funzione di cantina anche questa parte della torre. La colombaia era certamente in uso ancora nei primi decenni dell’Ottocento: ne fa fede una scritta a lapis o carboncino posta sul muro, appena percepibile, che appare come intimidazione per l’affittuario da parte della proprietà:
Vignola li 21 otobre 1825. E’ proibito massimamente al condutore di non portare via li uccelli che faranno in questa torre altrimenti avrà il comiato dal locatore.
Più interessante appare la trasformazione della restante parte dell’edificio contiguo, sempre a livello inferiore. Da indizi presenti nelle travi sorreggenti il solaio sovrastante (piccole scasse poste ad favorire l’incastro di ritti) il vasto locale fu suddiviso in poste per una stalla per animali così come il piccolo locale attiguo fu adibito a stalletta. Nel locale si possono notare ancora le tracce di una mangiatoia.
E’ di questo momento che venne creato un varco a sud per un passaggio degli animali con un architrave ligneo tuttora visibile affiorante dall’intonaco più ampio della finestra attuale. Sempre questo locale, per le mutate esigenze abitative ed in tempi più recenti, demolite le poste divenne cucina con camino e al posto del varco ampio a sud venne ricavata una piccola finestra con acquaio. Per collegare coll’esterno il locale venne praticata una nuova porta ad est. Forse dello stesso periodo è anche il forno ricavato subito all’ingresso del livello superiore con un espediente costruttivo particolare: il piano di cottura e la cupoletta del vano del fuoco stanno su una struttura pensile. Non vi è più la canna di sfogo dei fumi da tempo: nella foto di Fantini del 1940 non si nota alcun camino riferibile al forno. Attualmente il tutto è in precarie condizioni. Tutti i locali ai vari livelli furono collegati con ripidissime scalette tranne il vano della colombaia che era raggiungibile solo con una scala a pioli.
I dissesti delle murature costrinsero nel tempo a creare diversi contrafforti in pezzami di pietra nei muri perimetrali e non sempre con logica e perizia costruttiva. In particolare dopo il 1940 (si veda la foto di Fantini) venne fatto uno sperone sul fronte nord che risulta incongruo e addirittura dannoso per la statica del muro cui si appoggia e non sostiene: i cedimenti sono tutti verso valle e questo, posto a monte, non fa altro che appesantire il muro.

 

https://digital.fondazionecarisbo.it/artwork/vignola-dei-conti-savigno-la-ca-d-anino-esterno-16973-2021-07-22t07-47-29-194z

 

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