STUDIO LENZI & ASSOCIATI
Nuovo edificio Casa della salute
Location: Via D. Svampa, Bologna (BO)
Auctioneer: Servizio Sanitario regionale E-R
Date: 2010
Partnership: con 5+1AA e Main Management e Ingegneria
Result: Secondi classificati
Il nostro progetto vuole concorrere ad una proposta organizzativa/gestionale che superi la logica SERVIZIOCENTRICA, che organizza e struttura i servizi per FUNZIONE (tutti coloro che svolgono le stesse funzioni o che utilizzano nel lavoro le stesse conoscenze, vengono accorpati in una unità operativa) e pone invece al centro il PAZIENTE (PATIENT FLOW): ciò comporta una strutturazione per prodotto.
Le pressioni economiche e socioculturali attuali, infatti, sollecitano l’attivazione di nuovi approcci miranti a trasformare il tradizionale ospedale generale in una struttura più flessibile, strutturata in aree differenziate per modalità assistenziali, intensità delle cure, durata della degenza e regime di ricovero. Di conseguenza, in ospedale vengono centralizzate solo quelle prestazioni che per complessità gestionale e compresenza di altre specialità non possono essere erogate in maniera decentrata. Tutte le altre tipologie di servizi dovranno essere necessariamente più vicine e accessibili all’utenza, accorpandosi in vere e proprie strutture di zona, che andranno a formare una rete territoriale integrata dell’assistenza sanitaria. Il modello classico, connotato nella logica dell’offerta di prestazioni/servizi specifici prevedeva che la risposta strutturale/organizzativa avvenisse secondo la logica della diversificazione secondo funzioni (tutti coloro che svolgevano la stessa funzione o che avevano o utilizzavano nel lavoro le stesse conoscenze venivano accorpati in un’unica unità organizzativa). In tale contesto i meccanismi di integrazione venivano rappresentati dalla gerarchia, dalle norme, dalle procedure. Questa tipologia determinava la divisione strutturale per servizi differenziati, che inevitabilmente portava ad una impostazione sia strutturale che organizzativa SERVIZIOCENTRICA. Era il paziente/familiare che si recava nel luogo ove veniva erogato il servizio o la prestazione, passando poi da un servizio ad un altro qualora si rendesse necessaria la compresenza di più prestazioni.
APPROCCIO METODOLOGICO
APPROCCIO PROGETTUALE
FILOSOFIA SOCIALE E SANITARIA
Il progetto architettonico, partendo dai bisogni che nascono da coloro che lo abitano e da quelli espressi dal territorio ove viene inserito, prende vita dal concetto del PATIENT FOCUSED DESIGN “disegno a misura di paziente”. La struttura sanitaria viene concepita come parte integrante del contesto urbano di quartiere e quindi accolta, vissuta, usata con grande partecipazione da parte della collettività. L’edificio esprime all’esterno la propria funzione interna e pertanto concorre a rendere consapevole la comunità e a sviluppare il civico orgoglio di dove si vive e lavora, fondamentale per evitare l’incuria e l’abbandono dei pazienti e il degrado dell’ambiente. L’integrazione con la città e con i residenti viene ricercata attraverso la creazione di uno spazio/atrio centrale semipubblico, ispirato all’idea della “piazza”, capace di esercitare momenti di socializzazione e di integrazione, circondato da un portico con la duplice valenza di spazio di protezione e incontro e di orientamento verso la struttura (ingressi principali e laterali) e gli spazi esterni di corredo (parco pubblico, aree di sosta, etc.). La “piazza” non svolge solo le funzioni di contenitore delle attese ma anche luogo in cui vengono favorite o creare le opportunità di incontro grazie ad uno spazio accogliente e a scala domestica (umanizzato), che permetta e sviluppi anche integrazioni di etnie e costumi diversi. Anche gli spazi esterni devono essere aperti all’uso del quartiere e sfruttare la forte valenza di comunicazione per avvicinare il cittadino alla struttura sanitaria. “Il giardino della Casa Salute non è un cortile chiuso, ma diventa un parco urbano” (da atto Regione Emilia Casa Salute). Lo spazio esterno, oltre che rappresentare uno spazio ad uso comunitario, assume una valenza terapeutica, grazie all’utilizzo integrato con l’offerta assistenziale proposta e per proporre percorsi strutturati da utilizzare anche da persone con possibili disabilità. L’edificio dimostra altresì che concorre alla salute rappresentando una soluzione architettonica che rispetta l’ambiente e la sua sostenibilità attraverso l’uso di materiali riciclabili, soluzioni impiantistiche a basso consumo, proposte di soluzioni naturali per la gestione del comfort climatico. La compatibilità ambientale e la sostenibilità energetica guidano una visione dell’architettura che rivolge l’attenzione al benessere degli utenti e concorre ad aumentarne il loro senso di responsabilità. Il luogo sanitario veniva da sempre considerato solo come lo spazio deputato al recupero della forma e dell’efficienza clinica: le “sensazioni” e il vissuto non positivo del paziente venivano considerate normali, quasi necessarie e quindi mali minori o danni collaterali da accettare con rassegnazione (M. Mauri e collab.). La macchina sanitaria imponeva le sue regole dalle quali veniva esclusa la prospettiva del paziente (attese affollate, mancanze di servizi di supporto, luoghi confinati), che invece sono elementi che impattano fortemente con la qualità del vissuto dei pazienti e dei loro familiari, costretti ad adattarsi al regime organizzativo del servizio o talora ad organizzarsi per sopperirne le lacune. Il cambiamento culturale che sta creando lo spostamento dell’attenzione dalla malattia al benessere complessivo della persona malata è ormai interiorizzato e strutturato nei livelli di qualità attesi dai pazienti ma non è assolutamente metabolizzato nelle scelte progettuali e nelle tipologie organizzative dei servizi offerti. Le esigenze della persona malata devono diventare l’obiettivo perseguito da tutti i servizi prestati dal S.S.N., dall’ospedale all’assistenza domiciliare e devono fungere da stimolo e finalità per un nuovo modello organizzativo.
La sfida consiste nel creare un ambiente confortevole ed “amico” e la centralità del paziente si concretizza nell’ORGANIZZAZIONE DEL PERCORSO CLINICO PER PROCESSI ASSISTENZIALI.
Le attività quindi vanno orientate in base alla comprensione ed alla soddisfazione globale di ogni bisogno del paziente, inteso come persona unica ed inscindibile e come soggetto attivo nel suo percorso di salute, portatore di diritti ma anche di doveri. Individuare servizi alla persona implica un’attenzione primaria anche a quelle attività che prevedono un contatto diretto con “gli utenti” (centralino, call center, reception, prenotazioni, sale attese, spazi culturali, etc..) e che hanno una notevole rilevanza nel determinare la qualità percepita che concorre poi a strutturare il giudizio di utilità collettiva percepita di un servizio presupposto per il suo corretto utilizzo.
Nella definizione del progetto si è posta particolare attenzione ai seguenti bisogni che definiscono il patient oriented services1:
Comunicazione e socialità: ricercare soluzioni che permettano la creazione di condizioni di interazione e di socializzazione all’interno della struttura sia tra gli operatori che tra gli utenti, mantenendo altresì viva la possibilità di contatti col mondo esterno, attraverso strumenti di comunicazione adeguati (e-mail, internet, etc.).
Entertainment: creare possibilità di distrazione per il paziente rispetto alla propria malattia o al vissuto patologico di un altro utente che condivide l’attesa di una prestazione, accentuando le attività tipiche della vita quotidiana ed i rapporti sociali ed interpersonali di svago (televisione nelle attese, zone giochi per i bambini, musica di sottofondo, etc.).
Comfort fisico: possibilità di disporre di cibo e bevande confacenti al gusto, alla situazione dietologica o etnica.
Comfort ambientale: possibilità di soggiornare in un ambiente amichevole che crei situazioni di benessere reali e percepite (controllo della temperatura, dell’umidità, del rumore, degli odori, dei colori, dell’arredo, etc.).
Mobilità e accessibilità: possibilità di accedere alla struttura in modo facile e semplice e di muoversi al suo interno, “leggendo” con semplicità la struttura.
Safety e security: garanzia di igiene ambientale, protezione dai rischi fisici, assenza di barriere architettoniche.
Riservatezza e tutela della privacy: possibilità di comunicare in maniera confidenziale (salottini attesa, spazi riservati alle prenotazioni, spazi dedicati ai colloqui con gli operatori, spazio spogliatoio negli ambulatori, box dedicati per le accettazioni).
Igiene e cura della persona: possibilità di disporre di idonei spazi che garantiscano il benessere corporeo anche a soggetti non autosufficienti (spazio per cambiare i pannolini ai piccoli, spazio per assistere all’igiene dell’anziano, etc.)
Rassicurazione e cortesia: aiuto per combattere l’ansia ed i traumi eccessivi specie se ingiustificati e riscontro della disponibilità all’ascolto concreto ed empatia.
1 fondazione CERBA: Gruppo di Lavoro coordinato dal dr. M: Mauri su oriented patient services
L’ambiente assistenziale quindi oltre al setting fisico va inquadrato tenendo presente il setting relazionale ed il luogo sociale. Il setting relazionale prevede di considerare l’ambiente come un contesto in cui si contribuiscono a realizzare delle relazioni, uno scenario nel quale ha luogo l’interazione tra operatori, pazienti e accompagnatori (prevedendo punti di relazione col pubblico, break area, luoghi rituali, sbarchi ascensori con segnaletica, etc.).
Il progetto ricerca l’innovazione dell’habitat assistenziale attraverso:
PLACE ATTACHMENT e fidelizzazione Elementi già definiti in altri ambiti della vita sociale ed economica e che devono, oggi, essere considerati anche nell’ambiente sanitario.
SOFT QUALITY, tecniche di progetto che attraverso l’uso di colori, dei materiali, della luce, delle decorazioni migliorano la qualità dell’ambiente.
WAY FINDING, l’aiuto alla persona per orientarsi grazie alla creazione di una identità riconducibile ai vari luoghi (segnaletica, percorsi tattili, interni artistici, serigrafie sui pavimenti, etc.).
FRIENDLY E STRESS REDUCING, ovvero una cura della qualità psico-percettiva degli spazi con la volontà di ricercare un ambiente che riduca l’ansia e la tensione.
FINALITÁ PROGETTUALI
I cittadini devono sentire che la struttura è fatta per soddisfare le loro esigenze e ridurre le loro ansie e paure: l’ambiente stimola le sensazioni non solo della vista, ma anche del tatto, dell’udito, dell’olfatto e porta a sentire l’appartenenza di quel luogo alla propria quotidianità e pertanto a stimolare e ad indurre fiducia (dimensione domestica). Si è posta quindi attenzione alle fasce più fragili che utilizzano il servizio al fine di procedere ad una analisi fisico/psicologica e sensoriale capace di creare stimoli interattivi (es.: la luce negli ambulatori si prevede a 3 gradazioni di intensità per essere funzionale alla tipologia di paziente). La soluzione progettuale dell’edificio dimostra quindi che l’involucro concorre alla ricerca e al mantenimento della salute del paziente, poiché concorre al rispetto dell’ambiente e della sua integrità attraverso l’uso di materiali riciclabili, soluzioni impiantistiche a basso consumo, proposte di soluzioni naturali per la gestione del comfort climatico (ad esempio si propongono punti di ricarico per veicoli elettrici in dotazione al personale per le attività domiciliari). L’illuminazione e la ventilazione naturale sono assolute PRIORITÁ del progetto, che integra in un perfetto e sinergico connubio sistemi meccanici e soluzioni ecologiche (ad esempio finestrature dotate di vetri apribili e schermature a grata nei solai che permettano l’apertura per il naturale ricircolo dell’aria e il raffrescamento dell’ambiente e della massa strutturale). La compatibilità ambientale e la sostenibilità energetica guidano una visione dell’architettura che si rivolge con autentica attenzione al benessere psico-fisico degli utenti e che, oltre a sottolineare ulteriormente il messaggio della Casa della Salute di “servizi a disposizione del benessere del cittadino”, ne concorre ad aumentare il senso sociale.
Il progetto strutturale favorisce e crea queste condizioni necessarie, attraverso la distribuzione delle aree e la loro collocazione all’interno dell’involucro Casa della Salute.
Tenendo prioritariamente presenti le (macro) funzioni della Casa della Salute:
potenziare l’assistenza territoriale;
garantire nel territorio prestazioni h 24 al fine di ridurre i ricoveri lunghi;
sviluppare il self management, responsabilizzando il cittadino al suo benessere tramite servizi adeguati (educazione, prevenzione, diagnosi, cura, valutazione).
la struttura assistenziale è stata pensata anche per:
ridurre la fatica e lo stress degli operatori (percorsi, aree lavoro ergonomicamente integrate e strutturate, aree relax, etc.);
migliorare l’efficienza delle cure consente e sviluppa la fisica integrazione multi-professionale);
puntare alla massima sicurezza dei parenti ed operatori;
garantire un alto livello di qualità delle cure.
L’idea progettuale dà completa applicazione all’analisi delle esigenze di ogni contesto specifico considerando le sue variabili sociali, culturali, demografiche. L’analisi del quadro delle esigenze descritto nel documento preliminare alla progettazione e le considerazioni generali evidenziate hanno portato alla traduzione delle diverse esigenze in requisiti specifici ed in particolari prestazioni che sono state richieste e/o attribuite agli spazi ed alle tecnologie.
Le esigenze sanitarie, organizzative e funzionali, e degli utenti sono state tradotte in requisiti che trovano poi puntuale attuazione nelle scelte progettuali:
differenziazione delle aree in funzione dei diversi utenti e delle specifiche prestazioni sanitarie e sociali (spazio donna, bambino, etc.) rileggendo e proponendo una ipotesi distributiva delle funzioni previste in commessa);
accessibilità diversificata della struttura, pedonale e carrabile per tipologia di utenti;
lettura facilitata dei percorsi e delle funzioni delle varie aree, etc.
facilitare l’integrazione professionali polispecilistica e polidisciplinare
strutturare sinergiche interrelazioni utilizzando spazi tecnologia e risorse umane
garantire alta flessibilità ed adattabilità sia strutturale che impiantistica
far percepire la struttura come elemento integrato nel contesto urbano e collettivo
Lo spazio complessivo risulta dalla fusione di due macroelementi:
Elemento pubblico: HEALTH CENTRE, cuore pulsante della struttura che rappresenta un trait-d’union tra l’accoglienza al piano terra e l’area della comunità e l’area direzionale all’ultimo piano;
Elemento assistenziale: che si sviluppa nei diversi piani offrendo aree dedicate, non intercluse ma aperte e percorsi assistenziali integrati che si sviluppano sia in senso orizzontale, creando integrazione, e verticale, rispetto alla complessità assistenziale (gradualità dell’assistenza).
Ogni singolo piano poi è organizzato in aree, ognuna finalizzata ad erogare al cittadino una risposta completa, rapida, esauriente, integrata, efficace ed efficiente nel rispetto del miglior e razionale utilizzo delle risorse. Il progetto ricerca la multidisciplinarietà e la continuità assistenziale proponendo una distribuzione delle funzioni in un percorso che le integra sia in senso orizzontale che verticale, all’interno dello spazio complessivo della Casa della Salute.
ARCHITETTURA E FUNZIONALITÁ DELL’INVOLUCRO EDILIZIO
La proposta distributiva ha pochi elementi di rigidità ed è capace di evolvere coi modelli organizzativi dei servizi, senza che sia necessario stravolgere né la componente civile, né quella impiantistica, permettendo così una facile rilettura congiunta con gli esperti dell’Azienda Sanitaria, in vista della definizione dei progetti preliminare e definitivo.
L’ipotesi progettuale ha ricercato le condizioni volumetriche e strutturali per creare, permettere e favorire le relazioni cliniche e organizzative strutturate, per mettere in relazione i Nuclei di cure primarie con gli altri modelli della rete (assistenza specialistica ospedaliera e assistenza territoriale R.S.A., Case di Riposo), diventando altresì sede della sanità pubblica e della salute mentale.
La soluzione architettonica è articolata in modo da garantire le relazioni organizzative tra i diversi setting assistenziali, raccordati dal personale infermieristico secondo i principi del care management, a sevizio di un sistema integrato dei servizi che si prende cura delle persone fin dal momento dell’accesso, attraverso l’accoglienza, la collaborazione tra i professionisti, la condivisione dei percorsi assistenziali, l’alleanza con i parenti/familiari, l’autonomia e la responsabilità professionale, la valorizzazione delle competenze.
Si stimola così anche l’autocoscienza verso una gestione responsabile della salute e del benessere singolo e collettivo e si crea un punto di riferimento certo per i cittadini alla quale ci si può rivolgere in ogni momento per trovare una risposta ai propri bisogni di salute, non solo nella valenza fisica ma anche psichica e sociale.
Come da documento Regionale n. 48 del 18/03/2010, è infatti Compito della Casa della Salute
– Assicurare un punto unico di accesso ai cittadini;
– Garantire la continuità assistenziale nelle 24 ore per 7 giorni;
– Organizzare e coordinare la risposta da dare ai cittadini;
– Rafforzare l’integrazione con l’Ospedale;
– Migliorare la presa in carico integrata dei pazienti con problemi di salute;
– Progettare programmi di prevenzione rivolti ai singoli, alla comunità o a target specifici di popolazione;
– Promuovere e valorizzare la partecipazione dei cittadini;
– Offrire formazione permanente per gli operatori.
Il parco pubblico a nord della Casa della Salute, pur non essendo strettamente di pertinenza della struttura sanitaria, deve essere aperto e accessibile da quest’ultima (grazie anche al percorso protetto e ombreggiato del portico), in quanto rafforza la valenza della comunicazione per l’avvicinamento del cittadino/utente alla struttura sanitaria, sia pure specchiando il concetto espresso dalla Regione Emilia Romagna relativamente alla Casa della Salute (Il servizio sanitario è vicino al cittadino e le sue strutture dovranno far parte in maniera integrata della città. “Il giardino della Casa della Salute non è cortile chiuso, ma diventa un parco urbano”).
ARTICOLAZIONE DISTRIBUTIVO-FUNZIONALE
Di seguito viene riportata una breve descrizione dell’organizzazione interna, strutturata secondo la logica del PATIENT FLOW e alla logica assistenziale per processi e che comunque nella realizzazione progettuale terrà conto dei requisiti previsti in ogni area da quanto emendato dalla Regione.
Ogni spazio ai vari piani viene suddiviso in grandi aree omogenee che raggruppano assieme spazi per funzione creando zone separate/protette riconoscibili dall’utente e funzionali a rendere chiari i percorsi e l’orientamento.
Il nucleo (cuore) centrale, non arredato negli schemi grafici illustrativi, va inteso come elemento funzionalmente flessibile, comprimibile o espandibile secondo necessità.
La flessibilità complessiva e la possibilità di diverse aggregazioni delle aree funzionali restano comunque invariate rispetto a diverse tipologie edilizie, così come gli schemi di dettaglio dell’arredabilità degli spazi e dei singoli locali (indicativi) in cui la profondità dei locali è in genere il parametro edilizio privilegiato.
PIANO INTERRATO: Il piano è destinato a Parcheggi – spogliatoi del personale – arrivo e deposito di materiali e ausili – locali tecnici.
Non è stata modificata la posizione della rampa carrabile di accesso al piano, rispetto a quanto previsto dal Piano Particolareggiato dell’area dell’ex Mercato ortofrutticolo e condiviso dai tecnici comunali; la consistenza della superficie di sosta è quella definita dal Piano (1.800 mq circa),
Una parte del parcheggio è dedicato ai pazienti protetti (dializzati, pazienti in ciclo riabilitativo, disabili), con spazi vincolati il cui accesso è regolato da sbarra con badge personalizzato; dal parcheggio un ascensore dedicato sbarca, ai vari piani, nel connettivo centrale dal quale si accede ai vari servizi, senza dover transitare per le aree informative e orientative del piano terra.
Anche il parcheggio riservato ai dipendenti ha un accesso regolato da sbarra; dal parcheggio si accede agli spogliatoi (divisi per sesso e dotati di docce e servizi igienici) o all’ascensore dedicato dal quale si sbarca nel connettivo centrale ai vari piani; una specifica area dell’autorimessa è destinata al ricovero (diurno e notturno) dei mezzi di servizio.
L’area deposito comprende anche una zona specifica per presidi e ausili, direttamente collegata, grazie ad un ascensore/montacarichi dedicato, con il sovrastante servizio di consegna.
PIANO TERRA: Il piano viene tagliato trasversalmente da assi che, dall’accesso degli utenti, connettono virtualmente e funzionalmente la Casa della Salute con l’esterno e con il territorio, non solo visivamente ma anche funzionalmente grazie ad un’uscita vincolata alle prestazioni territoriali (trasporti protetti, arrivo mezzi di soccorso, consegna ausili, partenza ADI).
Dall’entrata si accede ad una area centrale che funge da connettivo orizzontale e verticale e da fulcro centrale, attorno al quale nei vari piani si attestano le aree funzionali e che termina al terzo piano con uno spazio dedicato alla comunità.
– SPAZIO ACCOGLIENZA – INFORMAZIONE – ORIENTAMENTO Lo spazio/volume centrale contiene le varie funzioni (accoglienza, accettazioni, informazioni, centralino, caffetteria, giornali, spazio salottini attesa), a ribadire la funzione di “appartenenza ala comunità” della Casa della Salute e a rafforzare il suo ruolo di spazio comune dedicato alla ricerca dell’integrazione e della socializzazione; a monte del punto informazioni, è predisposto un servizio di accoglienza, con un proprio spazio riservato e dedicato ai colloqui protetti e alle informazioni personalizzate.
Attorno allo spazio centrale si aprono le varie Aree, immediatamente riconoscibili per la figuratività (petali), per la specificità dell’articolazione degli spazi il dettaglio delle finiture e della scelta dei colori, orientata dai criteri della Soft Quality.
– AREA PRENOTAZIONE CUP – SPORTELLO UNICO DISTRETTUALE – RITIRO REFERTO funzionale sia alle attività al piano che alle altre attività che, articolandosi dal connettivo centrale, si sviluppano ai vari piani; è un punto di immediato impatto visivo e funzionale sia per chi accede alle specifiche funzioni di prenotazione, sia per chi poi si diversifica nelle specifiche assistenziali delle varie attività del presidio.
Oltre a quella specifica, è possibile utilizzare anche l’area di attesa generale e lo spazio di socializzazione della caffetteria, grazie al sistema unico taglia-code, previsto anche per i vari servizi al piano.
A salvaguardia della privacy, gli sportelli sono suddivisi in box distinti per il CUP (4 postazioni) e lo sportello Unico (8 postazioni); lungo il percorso pubblico sono comunque previste macchine automatiche per le operazioni di prenotazione e di pagamento del ticket (totem informativi).
– AREA PRESTAZIONI DIAGNOSTICHE con aree di accoglienza specifiche (RX – laboratorio) che si sviluppano dall’integrazione del connettivo centrale; sono previsti 2 settori
• Settore prelievo e raccolta materiale di screening, con area di accoglienza specifica e un’attesa protetta, schermata rispetto ai box prelievi, strutturata in modo tale da configurare il percorso di accesso e uscita al servizio; in uscita è prevista una piccola area di sosta per il relax post-prelievi.
• Settore radiologico con RX diretta / Eco – l’ortopantomografo viene previsto in area poliambulatoriale settore odontoiatrico, mentre la mammografia viene prevista nel settore donna ad integrare il percorso della “donna sana”).
– AREA DELLA CONTINUITA’ ASSISTENZIALE funge da contenitore di funzioni tra loro strettamente integrate e relazionate al disegno assistenziale dotato di proprio punto accoglienza; sono previsti i seguenti settori
– Settore per la medicina di gruppo e la pediatria con area amministrativa per la gestione dell’attività assistenziale specifica;
– Settore per l’attività infermieristica con ambulatori specifici per l’attività pianificata (visite periodiche, controlli, etc.) e non pianificate (PUA), oltre a spazi per l’educazione e la formazione sanitaria rivolta al singolo o alla famiglia (interventi più strutturati o per gruppi di persone vengono previsti negli spazi utili al 3° piano).
– Settore per l’assistenza sociale e sanitaria domiciliare utile per la gestione in partenza ed in rientro delle attività territoriali e dal quale, con parcheggio dedicato al piano interrato, partono le varie assistenze (infermieri, medici di base, specialisti, FKT, G.M.F.N.).
– Settore per la distribuzione degli ausili, collegato con il deposito al piano inferiore e con accesso al piano diretto dall’esterno, per l’attività territoriale (consegna-ritiro dei presidi).
– Settore Guardia Medica Festiva e Notturna con partenza al piano per il territorio, corredata di spazi per il riposo e attigua agli spazi funzionali all’attività assistenziale ambulatoriale.
– Settore della continuità assistenziale codici bianchi, dove a turno i MMG con l’assistenza infermieristica (PUA) garantiscono prestazioni h 12 integrate dal Servizio per la continuità assistenziale nelle giornate festive e nelle ore notturne, per evitare l’utilizzo improprio del P.S. ospedaliero.
PIANO PRIMO: La collocazione e l’immediata percezione dei collegamenti verticali (ascensori) permette una facile lettura del complesso e una minima interferenza dei flussi, grazie anche alla distribuzione baricentrica. A questo piano si articolano le seguenti Aree:
– AREA POLIAMBULATORIALE dotata di punto di accoglienza allo sbarco al piano, è divisa in due settori
– Settore Medico: vengono allocati gli ambulatori specialistici internistici e dove verrà prevista la tecnologia condivisa (ECG – HOLTER – DOPPLER, etc.)
– Settore chirurgico: vengono posizionati i vari ambulatori secondo una sequenza che possa permettere di sviluppare una possibile interscambiabilità e la massima flessibilità gestionale.
Ogni settore sarà dotato di spazi attesa diversificati per ambiti specialistici, colorati in modo diverso e con attese specifiche per gruppi omogenei di specialità (utilizzabili anche per eventuali attività libero professionali); le attese saranno dotate di display e di sedute articolate in salottini e differenziate per anziani (sedute alte con braccioli).
I vari settori avranno spazi di servizio dedicati al personale, funzionali al settore, in modo che ogni zona sia autosufficiente ed il personale possa operare secondo criteri ergonomici corretti. Tra i due settori è prevista un’eventuale area per l’osservazione dei pazienti assistiti nell’ambulatorio protetto. Viene volutamente evitata la progettazione di uno spazio di collegamento riservato dedicato al personale, proprio perché la condivisione dei percorsi tra utenti e sanitari facilita l’integrazione e la familiarità, presupposto per sviluppare la nuova cultura che dovrebbe facilitare la fine di concetto “serviziocentrico”. Lungo i percorsi è prevista la presenza di totem per informazioni e cestini per la raccolta differenziata quale contributo all’ecosostenibilità ambientale.
La parte restante del piano è dedicata a tre aree idealmente omogenee (Consultorio Familiare – Donna – Bambino), tutte organizzate secondo una gradualità e una sequenzialità di servizi, che partendo dall’informazione e dalla prevenzione, conducono alla diagnosi e alla terapia. Sono articolate attorno ad un elemento centrale con le funzioni di cerniera e di prima accoglienza che opera da collante e integrazione tra le 3 aree; in questo settore sono i previsti spazi dedicati alle famiglie ed alle mamme, dove sarà possibile accudire ai bambini, allattarli, preparare le pappe, farli giocare nell’attesa delle visite e creare momenti di interscambio e socializzazione).
AREA CONSULTORIO FAMILIARE prevede una parte prossimale dedicata alla prevenzione, collegata ad una parte finale più protetta dedicata ai settori delicati (IVG) o alle attività assistenziali (terapie). Nello spazio prossimale è altresì prevista un’area dedicata ai TEEN-AGER (spazio giovani/adolescenti) gestito come momento aperto all’ascolto, sino alla completa accessibilità (accesso libero, consultazione sms, educazione sessuale, etc.).
AREA BAMBINO anch’essa con un’impostazione di gradualità assistenziale, inizia con uno spazio dedicato al bambino sano (area dedicata alla mamma e al bambino per l’allattamento, il cambio dei pannolini, la rassicurazione al bambino impaurito e che piange, il riposo e il relax – vaccinazioni – visite periodiche – bilancio della salute, etc.), la pediatria di comunità e le prestazioni ambulatoriali specialistiche, che potranno usufruire di un’area per la terapia da utilizzare in comune col settore neuropsichiatrico infantile, nonché di un’area dove lo specialista di branca si recherà per le visite specialistiche dei piccoli pazienti.
AREA DONNA si sviluppa secondo le gradualità assistenziali, iniziando da un’area sana (mantenimento del benessere) dove verranno praticati lo screening mammario (mammografia), il pap test, le informazioni e i controlli relativi alla menopausa, etc., per continuare poi con lo spazio gravidanza, con settori dedicati alla visita, ai colloqui con l’ostetrica, cardiofotografie di controllo, etc.
Lo spazio donna si conclude con l’area dedicata alle patologie ginecologiche, in stretta contiguità anche con gli ambulatori dell’area poliambulatoriale.
PIANO SECONDO Organizzato come il primo piano ospita servizi terapeutici, riabilitativi e socio-sanitari.
– AREA CENTRALE DI ACCOGLIENZA E COLLEGAMENTO FUNZIONALE tra i vari settori.
– AREA SPECIFICA ANZIANI E DISABILI con servizi funzionali: Area per assistenti sociali, Commissione Invalidità e Area per unità valutativa anziani e non autosufficienti; è possibile creare aree funzionali specifiche dedicate anche alle malattie degenerative dell’età avanzata (alzheimer, parkinson, etc.).
Nel corpo centrale vengono previsti gli uffici Direzionali ed Amministrativi funzionali ali processi e ai servizi erogati in quest’area.
Viene vincolata in questo settore un’area dedicata alla funzione territoriale e alla integrazione socio-sanitaria, comprendendo oltre a uno spazio a supporto del personale, un volume strutturato per la programmazione e la pianificazione dell’attività dell’ADI collegato informaticamente all’area operativa (arrivo-partenza) posta al piano terra; viene altresì previsto uno spazio specifico per l’equipe ADI specialistiche (oncologia-terapia antalgica-dialisi peritoneale ecc.) ed uno spazio dove poter (pianificare, programmare, sviluppare e strutturare) le prestazioni complesse e che necessitano di una forte integrazione socio-sanitaria.
– AREA FISIATRICA con palestra, spogliatoi, ambulatori, ambulatori per terapia (elettroterapia antalgica, trattamenti personalizzati, logopedia), spazi per il recupero delle disabilità e laboratori in cui possono venire riproposte le condizioni familiari per terapie personalizzate e/o per insegnare metodiche e tecniche riabilitative ai familiari o al personale che ne ha l’accudimento (badanti). Alcuni spazi, come la palestra, possono essere messi a disposizione nelle ore serali per i dipendenti e per la comunità selezionata, con spogliatoi a parte dedicati, per la promozione dell’assistenza territoriale e dell’integrazione socio-sanitaria (progetto movimento anziano, BACK SCHOOL, fisioterapia di gruppo, etc.). All’area fisiatrica è possibile arrivare direttamente dal parcheggio sotterraneo.
– AREA DIALISI strutturata per 9 postazioni, con spogliatoi dedicati, attese, aree di incontro, nonché le specifiche aree tecniche (manutenzione reni artificiali, settore dialisi peritoneale, ambulatori, etc.) e gli spazi di supporto tecnico-infermieristici; al Servizio Dialisi è possibile accedere direttamente dal piano interrato, senza la necessità di transitare per gli spazi di informazione e accettazione generali.
– AREA C.S.M. è lo spazio separato e confinato, ma perfettamente integrato nella Casa della Salute, a rafforzare la valenza di un servizio aperto e disponibile alle esigenze del territorio. Viste le caratteristiche degli utenti, nel C.S.M. è prevista un’area fumatori, con una dotazione impiantistica atta a garantire il mantenimento di un adeguato benessere micro-climatico.
TERZO PIANO Chiude virtualmente il percorso del connettivo centrale, restituendo alla collettività la complessità della struttura. Il piano è organizzato in tre aree:
– AREA CENTRALE più ampia delle altre e con funzione di CITIZEN BOUREAUX / uffici per il cittadino dedicati alle tematiche relative alla salute e alla comunità, con biblioteca, area multimediale, area per attivazioni corsi collettivi (cucina, dietetica, allattamento al seno, incontri del quartiere, stili di vita sani, incontri e corsi con le badanti, etc.) anche di interesse culturale nonché mostre ed esposizioni.
– AREA DIREZIONALE con uffici e direzione Casa della Salute (Staff – Uffici – Dipartimento cure primarie, coordinamento infermieristico).
– AREA DEDICATA AL PERSONALE con uffici, studi, sale riunioni, breefing, area relax e socializzazione.
Il terzo piano è corredato anche di due distinte aree esterne, una riservata al personale e una, in forma di tetto verde, aperta anche ai cittadini, per supplire, almeno in parte, alla mancanza di un’area esterna di uso esclusivo.
STRUTTURA DELL’INVOLUCRO EDILIZIO
Per garantire la massima flessibilità funzionale degli spazi interni, si propone di rendere minimo l’impatto delle strutture verticali (pilastri e setti verticali), con l’impiego di strutture prefabbricate in c.a.p., atte a sopportare carichi elevati su luci notevoli. I solai a cassone alveolare, prodotti da varie ditte, consentono i superare luci di 16/18 metri e inoltre lo spazio cavo interno permette di veicolare ampie portate di aria – immessa dalle griglie in facciata – per il raffrescamento notturno della struttura dell’edificio, sfruttando la ventilazione naturale durante la stagione estiva(brezza giorno-notte ed esposizione nord-sud) e riducendo così il fabbisogno di energia.
IMPIANTISTICA A SUPPORTO DELL’INVOLUCRO EDILIZIO
L’impianto elettrico avrà origine da un punto di consegna in media tensione effettuato da Enel all’interno di un prefabbricato ubicato in area esterna al plesso. Accanto al punto di consegna sarà posto un ulteriore prefabbricato per il contenimento delle apparecchiature di trasformazione dell’energia alla tensione di 400 V ed il generatore per la produzione dell’energia preferenziale in caso di disservizio della rete elettrica pubblica. L’edificio sarà alimentato da quattro distinti servizi elettrici: 1) energia normale proveniente dalla rete pubblica per i servizi ordinari e gli impianti termoidraulici ed aeraulici; 2) energia privilegiata prodotta da un gruppo elettrogeno per alimentazione parte dell’illuminazione, ascensori UPS e soccorritori; 3) energia di continuità prodotta da un UPS per alimentazione computer, centrali allarmi; 4) energia di sicurezza prodotta da uno o più soccorritori per illuminazione di sicurezza delle vie di esodo. Al pianto interrato, sarà previsto il locale tecnico per gli impianti elettrici all’interno del quale saranno installati il quadro generale, l’UPS, i soccorritori, l’armadio dati, l’inverter e le varie apparecchiature impianto fotovoltaico. Ad ogni piano sarà previsto un quadro elettrico di distribuzione dal quale saranno derivate i quadri di ciascuna zona dello stesso piano e gestite le utenze dei servizi generali dislocate allo stesso piano. L’illuminazione sarà realizzata utilizzando in parte apparecchi specifici per lo scopo ed altri per vivacizzare l’ambiente mediante effetti e colori. Attraverso l’illuminazione (sempre regolabile con dimmer in almeno tre livelli di intensità) si terranno in seria considerazione le varie zone partendo dalle attività in esse svolte e dalla tipologia di pazienti presenti. Tramite l’illuminazione esterna ci si prefigge lo scopo di dare un carattere all’intero complesso cercando di renderlo visibile e vivo anche nelle ore notturne mediante apparecchi di illuminazione con led posizionati alla base di ogni apertura vetrata in grado di variare tonalità e colore secondo una programmazione prestabilita per cui le vetrate potranno essere illuminato o spente o assumere colorazioni diverse in orari diversi.
L’edificio sarà progettato nel rispetto delle vigenti normative di risparmio energetico in particolare si rientrerà nella classe energetica più prestazionale A+ in modo tale da ridurre la spesa energetica sia nel periodo invernale che nel periodo estivo.
Fabbisogno invernale dell’edificio = 195.000 kWh anno
Fabbisogno estivo dell’edificio = 168.000 kWh anno
Gli impianti di climatizzazione estiva ed invernale a servizio dell’edificio avranno origine dalla sottocentrale tecnologica posta al piano interrato dell’edificio, nel locale troveranno collocazione tutti i principali dispositivi di distribuzione e regolazione dei fluidi vettori utilizzati dalle apparecchiature. I fluidi vettori caldi e freddi saranno forniti tramite teleriscaldamento/raffrescamento dalla centrale di cogenerazione di comparto prevista dal PP. L’impianto sarà progettato in modo tale da rendere l’edificio il più possibile flessibile in relazione alle esigenze di funzionali interne, inoltre sarà dotato di un sistema di regolazione in grado di adattarsi automaticamente alle diverse condizioni climatiche interne e mantenere costante i parametri termo igrometrici interni. Il sistema di supervisione utilizzato per la gestione della struttura sarà in grado di gestire da un unico punto tutte le apparecchiature tecnologiche ed elettriche ad esso collegate. La comunicazione avverrà attraverso bus basato su protocollo di comunicazione universale tipo LonWork che raccoglierà i vari dati dalle CPU dislocate nelle porzioni di edificio oggetto dell’intervento. Ogni sottostazione sarà in grado di svolgere tutte le funzioni principali di lavoro anche senza il collegamento dell’unità centrale; ciò rappresenta la logica dell’intelligenza distribuita. Le sottostazioni infatti sono le residenze dei software operativi che governano il funzionamento delle apparecchiature su campo e delle automazioni elettriche ad esso collegate. Essendo basata su un protocollo di tipo universale (LonWorks) in caso di ampliamenti, modifiche o sostituzione non essendo legato a nessuna Case Costruttrici è sufficiente integrare il sistema con materiale proveniente da diverse Marche ma basato sullo stesso protocollo di comunicazione. In tutte i locali è previsto un sistema radiante a soffitto composto da pannelli modulari in lamiera. Il controsoffitto radiante come sistema di riscaldamento, raffrescamento e fonoassorbenza presenta caratteristiche estremamente positive. Il ridotto ingombro e il suo posizionamento a soffitto lasciano completa libertà progettuale ed architettonica di interpretare gli spazi oltre a permettere interventi rapidi per le operazioni di manutenzione o miglioria degli impianti disposti nel vano controsoffitto. Il sistema unisce comfort e flessibilità al risparmio energetico: l’alimentazione dell’impianto con fluidi a bassa temperatura ben si sposa con l’utilizzo di energia da fonti rinnovabili o sistemi ad alto rendimento. In relazione alla bassa temperatura dell’acqua di alimentazione ai sistemi radianti l’edificio sarà dotato di un sistema solare termico con collettori a tubi sottovuoto per sfruttare l’energia solare non solo per la produzione di acqua calda sanitaria ma anche per l’integrazione al sistema di riscaldamento. Ai terminali (pannelli radianti) è affidato il compito di sopperire alle dispersioni invernali e rientrate estive di calore sensibile, mentre all’aria primaria è demandata la funzione di rinnovo aria, nonché della deumidificazione (estate) o umidificazione (inverno) dell’aria esterna immessa negli ambienti. L’aria trattata viene inviata ai locali mediante canalizzazioni poste in appositi cavedi verticali dai quali le canalizzazioni secondarie entrano nei piani per poter essere distribuite alle varie stanze. Per rispettare la filosofia generale di un edificio a basso consumo energetico si prevede l’utilizzo di unità di trattamento aria ad alta efficienza ed elevato recupero energetico costituito da doppio accumulatore statico di tipo rigenerativo a recupero di calore. Il migliore sfruttamento dello spazio e la razionalizzazione delle dimensioni degli accumulatori consentono di raggiungere perdite di pressione ridotte e coefficienti di recupero del calore estremamente elevati (superiori al 90%). Nel modo di funzionamento invernale è possibile raggiungere un’efficienza, in termini di recupero di umidità, superiore al 90%. Infine l’edificio sarà dotato di un impianto per il recupero delle acque piovane per utilizzi irrigui, costituito da n. 2 cisterne interrate di capacità pari a 15.000 litri cadauna che tramite un sistema di pompaggio distribuirà l’acqua a tutte le utenze verdi dell’edificio riducendo enormemente il consumo di acqua.
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