STUDIO LENZI & ASSOCIATI

Project: New Fire Fighters building
Nuova caserma
Location: Cognola (TN)
Auctioneer: Comune di Trento

Design level: Preliminary Project
Date: dicembre 2022
Partnership: con studio DALET
Result: progetto vincitore, dopo selezione in seconda fase (5 migliori selezionati)

Composizione architettonica dei volumi

Il progetto per la nuova caserma dei vigili del fuoco di Cognola ha come obiettivo quello di disegnare un edificio originale e riconoscibile, ma che allo stesso tempo riesca a dialogare con il contesto, inserendosi in modo da esserne il più radicato possibile.
Il punto di partenza è stata l’analisi della tipologia architettonica della caserma, dalla quale si è appurato che si presta alla suddivisione in due blocchi funzionali distinti su due diversi livelli.
I due gruppi si differenziano dal fatto di essere composti da ambienti che siano dipendenti o indipendenti dall’autorimessa, letta come ambiente chiave del progetto.
Questa, infatti, con i suoi accessi e l’affaccio della sala di gestione emergenze sul piazzale, richiede uno sviluppo molto elevato sia in lunghezza che in profondità rispetto al resto, e ci è sembrato congeniale quindi che svolgesse il ruolo di basamento.
Su questo volume è stato appoggiato il secondo piano, che mantiene lo stesso sviluppo in lunghezza e contiene tutte le funzioni accessorie e didattiche.
Infine, questi due elementi sono collegati dalla torre delle esercitazioni che chiude con un segno forte il piazzale nel lato est.
Definito il volume generale quindi, si è deciso, di posizionarlo in modo da facilitare l’accesso degli automezzi da via Massetti, creando un piazzale adeguatamente ampio e direttamente a contatto con questa via.
Esso, inoltre, è stato orientato perpendicolarmente a via Marnighe per formare un’ottimale relazione con questa attraverso la creazione di spazi dedicati al paese, per rispettare l’orientamento urbanistico nord sud dell’area, e per seguire in parte la pendenza topografica in modo da creare due fronti su che si affacciano su livelli differenti.
Dal punto di vista compositivo e formale il tutto è unificato da una lastra materica in cemento che si piega e si deforma in diverse direzioni avvolgendo il volume della torre e dei corpi orizzontali. E’ come un guscio solido che crea un gioco di pieni e vuoti e che orienta e definisce le viste dell’edificio sul paesaggio circostante.
Se questo elemento vuole dare l’idea di solidità e forza tutto ciò che è compreso all’interno vuole, invece, essere leggero, trasparente e attraversabile.
Questo si ottiene attraverso la completa permeabilità e accessibilità sui fronti nord e sud, con il contrasto tra cemento con legno e acciaio e attraverso l’uso di membrane che permettono viste più o meno filtrate in vetro, lamiera microforata e brise soleil.
Questa contrapposizione tra pesantezza e leggerezza, pieno e vuoto, durezza e permeabilità è fondamentale per poter tenere insieme l’immagine di solidità che una caserma dei vigili del fuoco dovrebbe trasmettere con quella di accoglienza verso la comunità alla quale si apre e invita all’accesso.
Inoltre, questo dualismo fa riferimento in modo indiretto all’architettura tradizionale trentina che nella tipologia del maso, pone su un solido basamento in pietra un’agile sviluppo in legno che, attraverso strutture come ballatoi, è l’elemento che definisce la relazione con l’esterno.
Il carattere generale dell’edificio è spiccatamente contemporaneo. Le relazioni con l’ambiente sono implicite nel suo inserimento nel lotto, nelle allusione ai valori della tradizione trentina, l’uso di materiali locali come il legno ma anche alle sue forme.
L’edificio, infatti, si relaziona con il contesto anche grazie ai suoi angoli non ortogonali che vogliono giocare con il profilo delle montagne e dei tetti del paesaggio circostante, ed inoltre creano un gioco di contrappunto e assonanze con le pendenze del terreno su cui si inserisce.

 

Distribuzione interna

La distribuzione interna degli ambienti è sviluppata in base ad una griglia con passo di 4,5 metri suddivisa a sua volta da un sotto-modulo di 90 cm. La misura è stata scelta in base all’altezza e larghezza necessarie per permettere un adeguato spazio di accesso dei mezzi dei vigili del fuoco nell’autorimessa.
La modularità ha permesso di controllare rigorosamente la composizione sia in pianta che in alzato e soprattutto fornire all’impianto una grande flessibilità d’uso e la possibilità di trasformazione nel futuro.
Il piano terra ha un carattere prettamente tecnico e possiede un solo affaccio sul lato del piazzale per l’accesso dei mezzi di soccorso. La sua pianta è dominata sul lato ovest dal grande spazio dell’autorimessa, sul cui fondo sono presenti depositi mentre i restanti ambienti ausiliari sono accorpati nella sua parte orientale e sono accessibili da un largo corridoio che parte dalla torre delle scale.
Il primo piano, invece, è aperto sui due fronti, accessibile da parte del personale e visitatori, dal lato nord nel quale è presente l’entrata principale dell’edificio.
L’ingresso collegandosi con la torre delle scale forma la testata est del volume, dalla quale, nella parte sud si diparte un corridoio. Questo ambiente, nell’impianto, acquista un’importanza particolare perché non ha solo una funzione puramente distributiva ma vuole essere il vero e proprio luogo di socializzazione e incontro tra i volontari e membri della comunità. Esso, infatti, si apre a sud, attraverso una grande vetrata filtrata da brise soleil, permettendo una vista privilegiata sull’abitato e le montagne circostanti, mentre, nel lato opposto, è attrezzato con panche e arredi che invitano a alla sosta e alla fruizione statica.
Dal corridoio si distribuiscono a pettine la foresteria, pensata come appartamento a sé stante e con possibilità di accesso indipendente, l’ufficio del comandante, la cucina e i bagni, mentre il lato ovest è chiuso dall’aula didattica.
I servizi (ascensore e wc) sono concentrati in una fascia interna alla pianta in modo che il fronte nord sia completamente dedicato agli ambienti principali che possiedono tutti un accesso indipendente.
Infine, i due piani sono collegati dalla torre delle scale che, nel lato verso il piazzale, possiede un sistema di pannelli in lamiera microforata completamente apribili e che permettono lo svolgimento delle esercitazioni. Inoltre, questa fornisce una forte connotazione urbanistica in quanto ultimo collegamento verticale del percorso del lotto e landmark, che richiama la torre civica o il campanile e segnala l’importanza dell’edificio nel paesaggio.

 

Sistemazioni esterne

Urbanisticamente, il lotto su cui insiste il progetto, si pone come elemento finale di un asse su cui si affacciano i principali spazi pubblici presenti nell’abitato di Cognola.
Partendo dal campo sportivo in via Ponte Alto all’estremità orientale del paese, infatti, si passa di fronte al complesso scolastico, dove questa incontra via don Alfonso Anselmi, per poi superare il centro civico ed, infine, arrivare all’area di intervento dopo aver percorso la rotonda da cui parte via Marnighe.
Il progetto aspira a rafforzare questo sistema urbano di funzioni pubbliche, dando all’area, oltre che la precisa destinazione d’uso di caserma, anche una vera e propria vocazione di spazio comunitario. Per questo dal vero e proprio edificio il disegno degli spazi si espande per coinvolgere anche il resto del lotto.
L’area, infatti, è ritmata da quattro superfici poste a livelli differenti, che si articolano secondo via Marnighe, offrono ciascuna un accesso verso l’interno del sistema e che si congiungono creando una vera e propria promenade architecturale.
Partendo da nord, il primo di questi spazi che il visitatore incontra, è una piazza triangolare caratterizzata nella sua parte superiore da una lunga seduta e che, con la sua forma, invita a raggiungere il percorso interno al lotto.
Attraverso questa via, che corre parallela alla strada ed è formata da rampe di lieve pendenza, si raggiunge, successivamente, una seconda area, attrezzata con dieci posti auto di cui uno per disabili e contornata da un muro terrapieno.
Dopodiché, continuando sempre sullo stesso percorso si arriva ad una terza piazza, di dimensioni maggiori ma formalmente simile alla prima, la cui funzione è quella di accogliere e condurre i fruitori verso l’ingresso dell’edificio.
La caserma stessa fa parte di questo sistema, al suo interno, infatti, si raggiunge la torre che funge da collegamento con l’ultimo livello, cioè quello del piazzale delle esercitazioni prospiciente all’autorimessa.
Ciò che unisce compositivamente questi spazi in successione è l’elemento del muro che li costeggia sul lato orientale trasformandosi a seconda dell’occasione in seduta o terrapieno di contenimento.
Planimetricamente, esso crea un netto segno spezzato che vuole dividere il lotto in due aree dal carattere molto distinto. La parte verso ovest è, infatti, di vocazione urbana, coperta solo da prati e dalle superfici della piazze, in modo da essere completamente aperta verso il paese mentre quella ad est è totalmente naturale, piantumata da alberi affinché si crei una continuità biologica con la ricca vegetazione che si estende nel lotto confinante da cui la caserma di erge come una montagna sul bosco.
Questo muro, infine, diventa anche uno strumento per regolare le viste attraverso l’altezza delle pendenze. Ad esempio, guardando verso nord dal primo piano della caserma il terreno risale fino ad arrivare ad un metro e mezzo sopra il livello base del parcheggio, in questo modo, dall’edificio i veicoli non sono più visibili a favore della continuità del verde.
Sia la distribuzione interna che quella esterna permettono inoltre la completa fruibilità da parte delle persone con disabilità motorie tramite l’adozione di passerelle a pendenza ridotta e collegamenti con ascensori.

 

Aspetti strutturali

Il progetto prevede l’utilizzo di un sistema costruttivo in calcestruzzo, che risponde in maniera ottimale alle azioni sismiche e statiche.
L’edificio è pensato per essere una piastra strutturale che si sviluppa sui tre assi cartesiani e contiene il terreno del lotto senza soluzione di continuità.
La scelta strutturale, oltre a seguire un’idea compositiva e il concept architettonico, ci ha convinto perchè risulta la più conveniente economicamente, la più durevole e si è scelto il calcestruzzo tenendo conto anche della facilità di costruzione, che riduce i rischi del cantiere e ne aumenta la sicurezza e la velocità dell’esecuzione dell’opera e di manutenzione negli anni successivi alla realizzazione.
Inoltre altri vantaggi riguardano l’ottima riciclabilità del materiale:
>> Gestione efficiente delle acque:
il progetto propone soluzioni che riguardano il tema dello sfruttamento sostenibile delle risorse idriche.
Le superfici impermeabili sono ridotte al minimo. Le acque piovane del piazzale possono essere convogliate, in appositi serbatoi per il riutilizzo a scopi irrugi e a scopi attinenti alla speciale funzione dei vigili del fuoco.
>> Energia e atmosfera: Valutando attentamente il comportamento dell’involucro nei confronti del caldo e del freddo ambientale esterno, sarà possibile ottenere il consumo energetico minimo annuo dell’edificio e adottare le più idonee soluzioni di progetto per il raggiungimento del livello NZEB.
Il progetto che “nasconde” il piano terra, interrandolo parzialmente, riduce le pareti disperdenti e risulta molto efficente da un punto di vista energetico.
Al fine di avvalorare l’ipotesi di sostenibilità ambientale del progetto, questo propone l’utilizzo di materiali naturali e totalmente riciclabili a fine vita, che contribuiscono al comfort termico, acustico ed igrometrico.
>> Qualità ambientale interna: Il progetto propone soluzioni che offrono un adeguato livello di qualità dell’ambiente indoor.
Le superfici vetrate dei prospetti permettono una adeguata illuminazione e ventilazione naturale degli ambienti.
L’edificio sarà inoltre dotato di un impianto di ventilazione controllata a recupero di calore termodinamico attivo, capace di garantire sempre una temperatura ottimale dell’aria di rinnovo, di effettuare il controllo umidità dell’aria interna e di coprire i fabbisogni termici nelle stagioni intermedie.
L’impianto, dotato di uno scambiatore di calore aria-terra che sfrutta la capacità di accumulo energetico del terreno, garantisce anche la filtrazione dell’aria immessa con la rimozione di agenti inquinanti o allergeni.

 

Questo progetto è stato realizzato per il concorso di idee in due fasi bandito per realizzare un ampio intervento in centro storico a San Giminiano. La città, patrimonio mondiale Unesco, non ha subito nuovi inserimenti edilizi dal secondo dopoguerra. La selezione dei progettisti è passata da 78 a 10 in seconda fase. Il nostro studio si è infine qualificato secondo.
Il progetto della residenza sanitaria assistenziale ha integrato più funzioni e necessità quali Il Presidio Distrettuale Socio Sanitario (CUP), il centro di Riabilitazione, la struttura assistenziale con le sue camere (RSA), l’alloggio delle Suore, nel contesto della più ampia riqualificazione del complesso monumentale e del parco.

Copyright © STUDIO LENZI & ASSOCIATI

COMPETITIONS . NEW